La musica non è una cosa seria - 1

03.04.2021

Salve a tutti, sono Samuele Fortunato e ho due o tre cose da dire. Si sente dire spesso che la musica è morta. E' così? Sicuramente per alcuni generi sì, ma che c'entra, la musica cresce, si evolve, e non sempre lo fa nel modo che ci si aspetta. Pazienza. Quel che sicuramente viene a mancare in questi tempi è una certa idea di musica, quella cioè che vede la canzone farsi tramite per un'idea, un'illuminazione per dirla alla Rimbaud. E' quindi la poetica delle canzoni che sta morendo? Non lo so, certo è che la nostra lingua sta cambiando, e se da una parte credo che la nostra tradizione letteraria vada tutelata in ogni modo possibile, so anche che il cambiamento è inevitabile e volto alla semplificazione del tutto. In questa rubrica settimanale tenterò di captare ogni piccolo movimento di questo flusso in continuo movimento, e con l'aiuto di chi la musica la fa di mestiere cercherò di fare un quadro della situazione.

A cosa mira la musica di oggi? Paradossalmente è molto vicina alla meditazione se intesa come assenza di pensiero, pochi cantautori spingono verso il dialogo interiore, e chi lo fa molto spesso viene rilegato ad una nicchia di ascolto molto piccola. INDIE! Ecco la soluzione di tutto. Indie, ma poi cosa vuol dire Indie? Indipendente? Forse un tempo, ora i cosiddetti Indie hanno alle spalle le grosse major. E' quindi un genere? In un certo senso sì. Le costanti sono: pochi accordi, testi no-sense alla Rino Gaetano (con le dovute proporzioni) e voci "particolari". La mia è certamente una visione cinica di tutta la faccenda, in questo cumulo di merda esistono cantautori che ancora mi fanno emozionare, ma diciamo che la massa è questa: musicisti mediocri e testi vuoti.

L'approccio allo strumento è anche questo oggetto di discussione per ciò che mi riguarda. Ci siamo ormai abituati da anni agli stessi quattro accordi del cazzo, quando andando indietro di qualche anno artisti come Umberto Bindi avevano arrangiamenti degni di un Morricone. Perchè? Sempre la stessa risposta: semplificazione.  Attenzione però, alcuni artisti tentano di cogliere l'essenziale nella musica, di ridurla ai minimi termini. Questa è un'operazione curiosa e sensata, ma non si tratta appunto di semplificazione. Quest'ultima porta non al nervo della musica, quanto più all'annientamento dell'intenzione musicale. Probabilmente questo processo ci porterà ad un implosione che darà l'impulso ad una nuova esplosione, e allora si tornerà ad una musica più barocca e forse, meno vuota.

 

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